Archivio tag: Piazza San Pietro

Il teatro di Piazza Grande

Già nel 1705 il Consiglio della città ritenendo “Esser necessaria per esercitio della gioventù ad attioni virtuose l’erettione d’un Teatro” concesse in via provvisoria l’uso di una sala sopra la Loggia comunale per rappresentazioni sceniche e balli.

Il primo vero teatro dotato di palcoscenico, platea e due ordini di palchi fu allestito nel 1751 in un Palazzo esistente fin dal 1707 in Piazza Grande e collocato tra le carceri e la chiesa di San Pietro da cui prese il nome.

Carlo Rieger: la Piazza nel 1765 con la Cancelleria del Magistrato e la Loggia sulla destra, la fontana dei Quattro Continenti di fronte, la porta di Vienna sul fondo, le chiese San Pietro – San Rocco, il Teatro San Pietro con a fianco le antiche prigioni e la Torre del Porto sulla sinistraimg187

Il teatro era illuminato in centro da un grande candelabro di cristallo e disponeva di una piccola orchestrina composta da violini e 3 ottoni che insieme accompagnavano le ariette e le melodie di famosi baritoni, avvenenti contralti nonché di “emasculati”, per dirla con eleganza, i cui virtuosismi vocali mandavano in visibilio il pubblico.

Nella foto (da Wikipedia) il celebre cantante Farinelli Farinelli

Dopo il 1793 le rappresentazioni disponevano di uno scenografo, un coro di 6 o 12 persone e un’orchestra composta da 19 strumenti musicali diretta dal primo violino e dal maestro concertatore.
Per le “prime” l’ingresso costava uno zecchino ed erano riservati alla élite dei patrizi che giungevano a cavallo avvolti nei tabarri rossi con tanto di tricorno sul capo e spadino sul fianco e alle eleganti, profumatissime dame che celate da ventagli in piume di struzzo con candide parrucche cosparse di polveri dorate, scarpette luccicanti sotto le larghissime gonne scendevano graziosamente dalle portantine rette dai loro servi.
Sul palcoscenico del Teatro San Pietro si esibirono famose compagnie di prosa che restavano in cartellone anche per 40 recite, abili prestigiatori ma anche guitti, comici e mimi circensi. A grande richiesta venivano organizzati anche degli allegri balli popolari chiamati “petizza” dal soprannome della moneta (un terzo di Fiorino) che si pagava per l’ingresso.
Il linguacciuto Ricciardetto, da cui abbiamo attinto queste notizie, aggiunge che durante gli intervalli l’eterogeneo popolino alzasse un po’ il gomito creando una bolgia ciarliera e fumosa.
Negli ultimi anni del Settecento venne aperta anche una sala del ridotto e furono messe a disposizione delle carrozze pubbliche per accogliere e riaccompagnare i partecipanti ai balli e agli affollatissimi veglioni di Carnevale.

Nella piazza retrostante al teatro San Pietro, ormai chiamato “Vecchio” il ricchissimo conte Antonio Cassis Faraone commissionò agli architetti Giannantonio Selva e Matteo Pertsch la costruzione del “Teatro Nuovo” che fu solennemente inaugurato nell’aprile 1801.teatro 2

Dopo la chiusura il vecchio teatro settecentesco venne del tutto abbandonato fino al suo abbattimento nel 1822 mentre la piazza di Trieste a lungo nominata anch’essa con il nome dell’antica chiesetta, riacquistò nuovi spazi trasformandosi in Piazza Grande.P San Pietro

Notizie tratte da: Riccardo Gurresch (Ricciardetto), Vecchia Trieste, Anonima Libraria Italiana, Trieste, 1930

 

L’imperatore Carlo VI a Trieste

de11d541aba54a60abb506ff71da9d05La visita a Trieste dell’imperatore Carlo VI d’Austria nel settembre del 1728 fu preceduto da 4 mesi di convulsi preparativi.
Per offrire un soggiorno degno del suo rango venne scelto l’Episcopato di via del Castello (1) dove vennero allestiti nuovi alloggi per costui e il suo seguito, le stalle per i cavalli, i magazzini per il pollame destinato ai banchetti e le cantine per la scorta dei vini più prelibati.
In onore della regale presenza in città si decretò di erigere la statua dell’Imperatore nella centrale piazza San Pietro ma per la ristrettezza dei tempi, fu deciso di intagliarla nel legno e dipingerla d’oro.
La colonna su cui apporla venne trovata a Corgnale e ripulita dal capomastro veneziano Pietro Zuliani venne posta su un carro trainato da 43 buoi e scortato da 70 manovali.
Giunta a piazza San Pietro dopo un viaggio di 3 giorni, il 27 agosto dell’anno 1728 fu eretta con tanto di salve di mortaretto sparate dal capo-carpentiere Giovanni Candiò che poi fissò la statua dorata.
piazza grande
Intanto in città iniziarono a circolare voci sullo splendido avvenire di Trieste con l’allestimento di un Canal Grande come porto interno, della flotta navale, dei magazzini merci e di tutti i piani di ingrandimento urbanistico.

Per stimolare ulteriormente gli entusiasmi del popolo, i rettori della città provvidero a distribuire a piene mani delle grandi quantità di pane e di otri colme di vini bianchi e rossi che infatti furono graditissimi.
Così non si sa bene se per le ebbrezze di Bacco, la vista assonnata di qualche guardiano o per lo scherzo di qualche bontempone serpeggiò la notizia che nei dintorni dell’arsenale austriaco e delle saline, alle spalle di piazza San Pietro dove troneggiava l’imponente statua imperiale, s’ aggirava una misteriosa figura con un paludamento tutto d’oro… La leggenda perdurò incredibilmente fino ai primi anni dell’Ottocento, quando iniziarono i decenni di prosperità di Trieste e del suo porto.
img128Quanto alla statua in legno dorato dell’imperatore Carlo VI , dopo aver scartato la possibilità di eseguirla in bronzo come quella del padre Leopoldo I, fu deciso di scolpirla in pietra. Su progetto dell’udinese Giovanni Fusconi, solo nel 1754 venne eseguita dallo scultore veneziano Lorenzo Fanoli e ancora eretta sulla colonna in Piazza Grande.
sepppiaSe spesso qualche gabbiano stazioni sul regale capo dell’Imperatore e lo scettro impugnato nella sua mano destra da una certa prospettiva induca qualche maliziosa suggestione, il braccio sinistro indicava il futuro, grande porto di Trieste.sepia
La statua di Carlo VI troneggia ancora in Piazza Unità mentre di quel primo arsenale austriaco dove si aggirava il misterioso uomo dal mantello d’oro rimase solo il nome della piccola strada affacciata sulle Rive.arsenale

1. All’epoca del soggiorno di Carlo VI la storica sede era abitata dal vescovo Luca Sartorio Delmestri von Schönberg

Notizie tratte dal testo di Silvio Rutteri, Spunti dal suo passato, Borsatti Editore, Trieste, 1951