7 pensieri su “La sepoltura a San Giusto del terribile Fouchè”
sapori
Articoletto desolante, pieno zeppo di errori ! Sono più numerosi che il testo stesso, non si sa dove cominciare per correggerlo !
-“Vile e perfido” : sono luoghi comuni, in ogni caso non è l’avviso di Stefan ZWEIG et d’altri che lo considerano come un grande statista.
-Fouché non abbandono’ mai la tonica per la semplice ragione che non è stato MAI ordinato prete (era semplicemente insegnante negli oratoriani).
-Governatore delle Province Illiriche, non soggiornava a Trieste ma nella capitale, Lubiana.
-Abito’ nel palazzo Vicco non da governatore ma in esilio, molto dopo, nel 1820.
-Da Napoli in Francia per essere poi subito espulso ?!?! Nel frattempo fu : 1°) ministro della polizia di Napoleone durante i 100 giorni ; 2°) poi ministro della polizia di Luigi XVIII° ; 3°) poi ancora ambasciatore a Dresda !!!!
-Durante il suo esilio non mise MAI i piedi a Lione (come poteva essere esiliato dalla Francia e vivere in una città francese ?!?!)
-Non viveva recluso a Palazzo Vicco, ma passeggiava nella città, frequentava gli altri esuli (Elisa, Joseph…), andava al teatro e soggiorno’ pure a Villa Vicentina. Si è ammalato della polmonite dopo una delle sue passeggiate quotidiane, a cui non rinunciava mai.
-La sua bara non fu rovesciata dalla bora, è una leggenda inventata di sana pianta de Caprin : tutti gli storici seri, senza nessuna eccezzione, sanno che è una vera balla ! Quel giorno la bora non soffiava a Trieste!!!
-La salma non riposava nel colombario, ma nella cripta sotterranea davanti all’ingresso principale della basilica.
-Il “lontano parente” che fece trasportare la salma in francia era… suo figlio.
Questo articoletto è un raro esempio di sciocchezze e di errori.
La ringrazio per il suo gentile commento segnalando il libro da lei scritto sull’argomento: “L’exil et la mort de Joseph Fouché”, préface de Michel Kerautret, éd. Anovi, 2007.
direi invece che l’unico neo – piuttosto grave a livello grammaticale – della precisa è dotta dissertazione che smonta le notizie dell’articolo e’ dato dallo scrivere “eccezionale” con due zeta
Credo che a volte l’aneddotica rivesta una funzione importante nella mente delle persone,mi permetto di dirlo ,poiché ho scritto proprio un libro su Trieste di questo argomento..che a volte è sotto stimato. “Trieste aneddotica” ciò dimostra quanti bei siparietti sono successi nella nostra cara città nei tempi andati,e non solo. Grazie per l’ospitalità. Salvatore Cicala
Articoletto desolante, pieno zeppo di errori ! Sono più numerosi che il testo stesso, non si sa dove cominciare per correggerlo !
-“Vile e perfido” : sono luoghi comuni, in ogni caso non è l’avviso di Stefan ZWEIG et d’altri che lo considerano come un grande statista.
-Fouché non abbandono’ mai la tonica per la semplice ragione che non è stato MAI ordinato prete (era semplicemente insegnante negli oratoriani).
-Governatore delle Province Illiriche, non soggiornava a Trieste ma nella capitale, Lubiana.
-Abito’ nel palazzo Vicco non da governatore ma in esilio, molto dopo, nel 1820.
-Da Napoli in Francia per essere poi subito espulso ?!?! Nel frattempo fu : 1°) ministro della polizia di Napoleone durante i 100 giorni ; 2°) poi ministro della polizia di Luigi XVIII° ; 3°) poi ancora ambasciatore a Dresda !!!!
-Durante il suo esilio non mise MAI i piedi a Lione (come poteva essere esiliato dalla Francia e vivere in una città francese ?!?!)
-Non viveva recluso a Palazzo Vicco, ma passeggiava nella città, frequentava gli altri esuli (Elisa, Joseph…), andava al teatro e soggiorno’ pure a Villa Vicentina. Si è ammalato della polmonite dopo una delle sue passeggiate quotidiane, a cui non rinunciava mai.
-La sua bara non fu rovesciata dalla bora, è una leggenda inventata di sana pianta de Caprin : tutti gli storici seri, senza nessuna eccezzione, sanno che è una vera balla ! Quel giorno la bora non soffiava a Trieste!!!
-La salma non riposava nel colombario, ma nella cripta sotterranea davanti all’ingresso principale della basilica.
-Il “lontano parente” che fece trasportare la salma in francia era… suo figlio.
Questo articoletto è un raro esempio di sciocchezze e di errori.
La ringrazio per il suo gentile commento segnalando il libro da lei scritto sull’argomento: “L’exil et la mort de Joseph Fouché”, préface de Michel Kerautret, éd. Anovi, 2007.
Trasmetto con l’occasione un sito che ne riporta alcune notizie:
http://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?t=2640
Complimenti per la precisione documentata nella replica,da 1 a 10 voto nove e mezzo,unico neo ,secondo me,la parola………Sciocchezze!
direi invece che l’unico neo – piuttosto grave a livello grammaticale – della precisa è dotta dissertazione che smonta le notizie dell’articolo e’ dato dallo scrivere “eccezionale” con due zeta
Ma lasciamo anche un poco di spazio….alla fantasia popolare no? Per loro era un balordo che meritava quella leggenda…vero o no è altro argomento.
In effetti l’articolo presenta non poche imprecisioni.
Credo che a volte l’aneddotica rivesta una funzione importante nella mente delle persone,mi permetto di dirlo ,poiché ho scritto proprio un libro su Trieste di questo argomento..che a volte è sotto stimato. “Trieste aneddotica” ciò dimostra quanti bei siparietti sono successi nella nostra cara città nei tempi andati,e non solo. Grazie per l’ospitalità. Salvatore Cicala