Dopo la vertiginosa richiesta di petrolio negli anni Cinquanta diventò necessaria e urgente la costruzione di oleodotti per consentire l’inoltro del greggio importato via mare alle raffinerie dei centri industriali.
L’interesse della regione si concentrò subito sulla Zona Industriale di Zaule, nella periferia est di Trieste, e sul terminale marittimo dell’impianto ubicato nella piccola baia di Muggia. Il centro di stoccaggio fu dotato di 15 grandi serbatoi (due dei quali da 80.000 metri cubi) per una capacità complessiva di 800.000 mc. Da qui vennero interrate le condutture dell’oleodotto lungo l’altopiano carsico, la pianura friulana, la galleria sotto le Alpi Carniche (dopo Timau) e quindi l’ingresso in Austria. La condotta principale si dirigerà verso la Baviera mentre una sua diramazione alimenterà le raffinerie viennesi.
Nella foto (Civici Musei) la costruzione dell’Oleodotto in Zona Industriale
Nella foto (Enciclopedia monografica del FVG) il tracciato del percorso dell’Oleodotto Transalpino da Trieste a Ingolstaadt. Le zone tratteggiate indicano le gallerieIl profilo altimetrico del percorso dell’Oleodotto Transalpino L’impianto lungo 464 km (147 dei quali in Italia) venne costruito con tubature a diametro costante di 40 pollici e avrebbe trasportato inizialmente alcune decine di milioni di tonnellate annue di petrolio, volume molto inferiore alla potenzialità massima prevista in 54 milioni di tonnellate.
Il 13 aprile 1967 l’Oleodotto entrò in funzione con l’arrivo della prima petroliera (di nome Daphnella) al pontile d’attracco collegato al parco serbatoi della SIOT (Società Italiana Oleodotto Transalpino) gruppo in cui sono riunite tra le più importanti compagnie petrolifere mondiali ed è destinato esclusivamente per l’inoltro degli idrocarburi alle società proprietarie.
(Fonte: Enciclopedia monografica del Friuli Venezia Giulia)