Archivio mensile:maggio 2017

Terstenico – Monte Radio (seconda parte)

Negli anni Trenta la zona a metà del crinale fu invece scelta dalla direzione dell’ EIAR (Ente Italiano per le audizioni radiofoniche) (nota 1) per allestire l’impianto trasmettitore della Compagnia Marconi collegato con una serie di cavi telefonici nell’allora palazzo della Telve di piazza Oberdan.
Sul colle di Terstenico vennero così costruite due torri alte rispettivamente 86 e 82 metri distanti 120 metri l’una dall’altra e fissate su basamenti di cemento armato per resistere alle più forti raffiche di bora.
Tramite appositi cavi isolati queste torri sostenevano un’antenna a forma di T che avrebbe diffuso i programmi radiofonici fino all’Europa centrale e balcanica.

Nella foto (mediasuk.org) le due antenne (nota 2) antenne Monte Radio
Dopo le prove tecniche iniziate il 3 agosto 1931, Radio Trieste fu ufficialmente inaugurata il 28 ottobre 1931.
Da allora il colle di Terstenico fu ribattezzato Monte Radio.

Agli inizi degli anni Cinquanta la zona soprastante rimasta allo stato boschivo venne invece venne scelta dall’INPS per costruirvi una casa di cura per la tubercolosi, allora molto diffusa.

Nella foto (CMSA) i lavori nel 1952Costruzione santorio
Il nosocomio progettato nel 1951 e inaugurato il 17 marzo 1958 con il nome di Ospedale Santorio Santorio, (nota 3) divenne in poco tempo un Centro di riferimento regionale.

Il Santorio (foto Magajna)img131 
Il colle di Terstenico da Riva Ottaviano Augusto (foto anni Sessanta di Gianni Ursini)Gianni Ursini anni 60

Durante gli anni Settanta, quando regredirono le epidemie tubercolari, la struttura fu convertita in un Polo Pneumologico collegato agli Ospedali riuniti di Trieste.

Negli anni Ottanta vennero aggiunti alcuni reparti per lungodegenti fino alla chiusura di tutto il comprensorio nel 2003.

Dopo varie ipotesi per il suo riutilizzo fu indetta un’asta pubblica che fu vinta dalla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA). (nota 4)
Iniziate le ristrutturazioni nel 2006 e proseguite fino il 2009, l’edificio venne riadattato a sede universitaria le cui lezioni furono avviate nel 2010.

Foto della Scuola (sissa.it)sissa.it
Oggi sulla lunga e ripidissima via Bonomea sono state costruite delle belle ville con giardini e splendidi panorami che spaziano su tutto il golfo, ma appena ci si avventura oltre villa Bonomo e la Scuola ci si ritrova in un fitto bosco dove circolano indisturbati cerbiatti , lepri, scoiattoli e nidificano una miriade di uccelli.
Foto “Il Piccolo” image (2)
Ci piace molto questo erto colle dove hanno convissuto nobili e mezzadri, malati e anziani e che oggi pullula di scienziati e studenti di ogni nazionalità.

Ci piace anche il motto di questa grande Scuola Internazionale che ha ripreso un frammento degli immortali versi di Dante:
“Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza”.

Foto sissa.it 1200px-Logo_Scuola_Internazionale_Superiore_di_Studi_Avanzati.svg

Note: 

  1. L’EIAR acquistò i terreni dal conte Alessandro Economo (“Il Piccolo”)
  2. Nel 2011 un’antenna fu drasticamente accorciata in quanto non più sicura e impossibile da riparare. Su quella più a nord, ridotta di alcuni metri, saranno concentrati i trasmettitori di Radio 1 in onde medie e Radio Trieste A (rete di lingua slovena)
  3. Santorio Santorio (Capodistria, 29 marzo 1561 – Venezia, 22 febbraio 1636) fu un medico e fisiologo italiano.
  4. La SISSA è un istituto universitario di formazione post-laurea nelle aree della matematica, della fisica e delle neuroscienze, fondato nel 1978 dal dott. Paolo Budinich, già direttore del Centro Internazionale di Fisica teorica la cui sede si trova in via Beirut nei pressi del Parco di Miramare. 
  5. Fonti: Thesauro – beniculturali.it – biblioteche.comune.trieste.it – sissa.it – Articolo “Il Piccolo” 18/12/210

Terstenico (prima parte)

Il colle situato tra i rioni di Gretta e Barcola, si chiamava un tempo Terstenico, nome quasi scomparso dalle attuali mappe che dagli anni Trenta in poi riportano quello di Monte Radio, e vanta una lunga storia le cui prime tracce, conservate nell’ Archivio Diplomatico del Comune, risalgono al Milleduecento. (nota 1) 

cartaInizialmente nominato Terstenich con le varianti Trstenik, Trstenico, Terstenicco e Triestenicco, disponeva di uno stagno con dei canneti (nota 2)  ma il territorio si prestava solamente per pascoli e vigneti come risulta da alcune documenti di compravendita. Esistevano infatti solo delle mulattiere dove era arduo avventurarsi e ancora nel Seicento risulta una “strada della Draga” che ne attesterebbe la precarietà.

Nella Foto (collezione di Luciano Emili) un’antica mappa 13178045_10206225212125628_3532294787248179166_n
Tuttavia la relativa vicinanza dalla città e la splendida vista in una natura ancora incontaminata, interessò il nobilissimo Andrea Giuseppe Bonomo che lo ritenne un sito ideale per costruirsi una bella villa.
Senza insinuare che l’illustre aristocratico, appartenente a una delle più antiche e potenti 13 Casade di Trieste, avesse delle liason con le autorità governative (nota 3) ma il caso volle che fu proprio il governatore conte Karl von Zinzendorf  (nota 4) a costruire nel 1779 una strada intitolata Zinzerdorfiana e diretta proprio a Terstenico.
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Non solo, ma nei documenti dell’ Archivio Diplomatico risulta che nel 1790 la Magistratura abbia donato ad Andrea Giuseppe Bonomo – “per meriti speciali” –  la zona a lui interessata, che in questo caso venne nominata “Grisa”.

(Foto collezione Luciano Emili)13179429_10206225089802570_2630989892110410581_n
Così l’aristocratico Bonomo sistemò un terrapieno bastionato con l’ingresso sulla nuova strada e si costruì un’elegante dimora con un’alzata a timpano, affiancata da altre costruzioni rurali per servizi e servitù.

La residenza in una stampa di fine settecento425b662735be4951916b9e629f63e265
b412c825910b488a86d951b4fce977e1 (1)E’ da qui che nel 1782 il celebre pittore francese Louis François Cassas dipinse il famoso panorama della città, pubblicato vent’anni dopo nella raccolta di stampe Voyage pittoresque et historique de l’Istrie et de la Dalmatie.
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La villa è tuttora esistente e abitata al numero 261 della via che in seguito fu chiamata Bonomea.
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Nelle foto si nota ancora l’ingresso originario tra le due colonnette, una parte delle mura del contrafforte e al primo piano della residenza il poggiolo in ferro battuto con lo stemma della nobile Casata.
b72Quando fu completata la Nuova Strada per Opicina, che permetteva una più agibile percorribilità, le colline alle spalle di Trieste come Gretta e Scorcola iniziarono a popolarsi mentre sul colle di Terstenico, lussureggiante ma erto, vennero costruite solo alcune case rurali nella zona più a valle conosciuta come “Gretta di sopra”.

Note:

  1. Da triestestoria.altervista.org 
  2. Ancora esistenti nell’Ottocento come scrive Alessandro de Goracuchi nel libro “Attrattive di Trieste”  
  3. Dall’ Archivio Diplomatico risulta che nel 1771 Andrea Giuseppe Bonomo fosse stato incaricato di riordinare gli archivi del Comune sugli affari di Trieste, di stilare un resoconto dei lavori svolti e dei provvedimenti da adottare.  
  4. Nato a Dresda nel 1739 e morto a Vienna nel 1813, Karl von Zinzerdorf fu governatore di Trieste dal 1770 al 1780. 

Notizie tratte da:

Pietro Covre, Cronache di patrizi triestini, Tipografia Moderna, Trieste, 1975 –  Alessandro de Gorachuchi, Attrattive di Trieste, Ed. Svevo, Trieste, 1977 – Atlante dei Beni Culturali – triestestoria.altervista.org  – Trieste di ieri e di oggi

 

La famiglia Geiringer

Se sulle opere dell’ingegner Geiringer esistono dettagliate informazioni, sulla sua famiglia se ne sono trovate molto poche.
Si sa che dal felice matrimonio di Moisè Eugenio con Ortensia Luzzatti, figlia di Alessandro ed Elisa Kohen, avvenuto a Trieste il 28 settembre 1874, nacquero a Trieste 7 figli, tra il 1879 e il 1896.
Sul testo Il mondo ebreo (vedi fonti) risulta che prima del 1886 l’ingegnere si convertì al cattolicesimo e di ciò abbiamo conferma per la sepoltura sua e di alcuni parenti nel cimitero di Sant’Anna.
Non si sono invece trovate notizie sulla situazione della famiglia del quartogenito Pietro che visse la tragica vicenda qui brevemente riportata.

Pietro Geiringer, nacque nel 1886, ricoprì la carica di condirettore delle Assicurazioni Generali, si sposò nel 1921 con Francesca Vivante (detta Fanny) da cui ebbe i figli Claudio e Laura, nati rispettivamente nel 1922 e nel 1924.

Nella foto (di Teresa Vivante): Pietro con la moglie Fanny e i figli Claudio e Laurafam Geiringer
Nel dicembre del 1943 furono tutti arrestati a Portogruaro assieme alla madre di Fanny, condotti alla base di Fossoli (Modena) e il 22 febbraio 1944 spediti su un treno diretto al Campo di concentramento di Auschwitz (nota 1)
Giunti il giorno 26, Pietro Geiringer con la moglie Fanny Vivante e la suocera Emilia Mordo vennero condotti nella camera a gas.
Il figlio Claudio morì di stenti il 31 gennaio 1945, dopo l’evacuazione dal Campo di Auschwitz (nota 2) mentre la figlia Laura, riuscita a sopravvivere, fu curata nel Centro della Croce Rossa Internazionale.
Come risulta dal biglietto ferroviario conservato da Teresa Vivante, giunse a Bologna il 12 agosto 1945. (nota 3)

Giorgio Vivante, fratello di Fanny, dalla prigionia a San Sabba, fu condotto anch’esso al Campo di Auschwitz il 31/7/44 e gasato subito dopo l’arrivo nell’agosto del 1944. (CDEC) (nota 4)
Laura Geiringer, forse per le conseguenze degli esperimenti e delle torture subite al Campo di concentramento nazista, morì a soli 27 anni nel 1851.
Fu sepolta nella tomba di famiglia al cimitero di Sant’Anna mentre i genitori Pietro Geiringer e Fanny Vivante con il figlio Claudio ebbero l’incisione dei loro nomi “in memoria”.

Nella tomba di famiglia al Cimitero di Sant’Anna risultano inumate le salme dell’ing. Eugenio (qui con il nome di Gairinger), della figlia Aglae vedova Mayer, del figlio Riccardo con la moglie Carla, del fratello Gioachino, di Teresa (moglie o sorella e della nipote Laura. I nomi di Pietro, Fanny e Claudio sono stati invece scritti “in memoria”. Non è invece certo chi fosse Giorgio, nato nel 1883 e deceduto nel 1940. La figlia Elisa Gairinger (nata nel 1879) risulta deceduta a Firenze nel 1956, mentre si sono perse le tracce del figlio Giacomo, l’ultimogenito di Eugenio e Ortensia, nato nel 1896 e trasferitosi in Nicaragua.

Nella foto la tomba di famiglia dove appare il nome originario GairingerGairinger_Trieste_grave
Quello che sorprende è la mancanza di notizie sulla vita e sulla morte di Ortensia Luzzatti , moglie dell’ingegnere Eugenio e che le cronache riferiscono essere stata amatissima.

Secondo quanto riportato dalla storia, nel 1910, quindi 6 anni dopo la morte di Geiringer, la Società Alpina delle Giulie, di cui l’ingegner Eugenio fu Presidente dal 1886 al 1892, decise di dare il nome di Ortensia alla vedetta di Opicina, collocata sopra il più celebre Obelisco e che venne inaugurata il 23 novembre 1890, quindi ben vent’anni prima.

E’ pure sorprendente che la vedetta eretta nel parco del castelletto e che la storia riferisce di essere stata costruita proprio per l’amatissima moglie dell’ingegner Eugenio, sia invece stata chiamata “Mafalda”, nome che risulta del tutto estraneo alla famiglia Geiringer. Se poi si considerasse la vista che la signora poteva godere dalle terrazze del suo bel castelletto gotico ci sembra ancora più strano che attraversasse il parco per salire su quella brutta torretta di pietra e per di più intestata a una sconosciuta!
Comunque il fatto che la “vedetta Ortensia” sia stata distrutta durante la seconda guerra e che quella detta “Mafalda” abbia resistito alle devastazioni dei tedeschi, che al Castelletto erano di stanza, deve considerarsi “un caso”.

Nella foto la vedetta e la posizione nel parco (in basso a sinistra rispetto al Castellettoimg104
Mah, le storie della storia presentano sempre alcune varianti e a volte sono riferite persino come leggende. Una di queste riguarda le gallerie scavate proprio sotto alla vedetta sopramenzionata la cui esistenze furono riferite da monsignor Santin che come vescovo della Curia, divenuta nel 1982 di fatto proprietaria del Castelletto con il parco (nota 5) avrebbe ben potuto sapere qualcosa… (nota 6)
Queste storie, o se preferire queste leggende, furono scritte nei diari di Diego de Henriquez che nel maggio del 1945 sembra aver trattato la resa dei tedeschi asserragliati nel Castelletto al comando del generale Likenbach. (nota 7)

Vorrei concludere con una curiosità che mi riporta alla signora Ortensia e ai misteri che circondano la sua vita e la sua morte.
In occasione dell’inaugurazione del “Centro Sociale San Benedetto” il 24 novembre 1980, sul lastrico del castelletto fu posta un’inquietante scultura di Ugo Carà: sarà la prospettiva o forse una suggestione ma a me sembra che la donna sia sul punto di gettarsi giù dalle torrette…img102

Gabriella Amstici

Note:

1. Notizie da digital-library.cde.it – genealogy.rootsweb.ancestry.com)
Dai siti relativi alla genealogia dei Geiringer risultano notizie difformi: alcuni riportano la data dell’arresto nel 1944 con la prigionia al Campo di San Sabba, altri riferiscono che dopo la prigionia a Portogruaro seguì quella di Venezia. Sembra invece certa la partenza del convoglio il 22/2/1944 e l’arrivo ad Auschwitz il 26/2/1944 e l’immediata asfissia nella camera a gas.

2. Come risulta dalla data riportata sulla tomba di famiglia a Sant’Anna.

3. In una cartolina della Croce Rossa Internazionale del 9 maggio 1945 e inviata ai cugini Enrico e Angelo Vivante a Trieste, Laura li informa della morte dei genitori e della nonna, di essere stata curata dai russi dopo la liberazione del campo di concentramento e di essere in attesa di rimpatrio (da: Il libro della memoria di L. Picciotto Fargion).

4. Le notizie su Giorgio Vivante furono trovate molto tempo dopo dal figlio Angelo.

5. Come riportato sulla relazione del 23/1/2008 del Ministero dei Beni Culturali.

6. Notizie riportate da: Trieste nascosta, di A. Halupca e L. Veronese.

7. Ibid

Notizie tratte da:
Giacomo Todeschini e Pier Cesare Ioly Zorattini, Il mondo ebreo, Ed. Studio Tesi, Pordenone, 1991 – digital-library.cde.it – genealogy.rootsweb.ancestry.com – Il libro della memoria di Picciotto Fargion) – caisag.it – slidegur.com – Daniela Agapito, Michele Cisilin, Tiziana Saveri, Tesi di Laurea “Villa Geiringer”, 2004 (Biblioteca Archivio Generale del Comune) –