Dopo la proclamazione di Porto Franco, nei primi decenni del Settecento Trieste era ancora rinchiusa tra le mura medievali, contava appena 4.000 abitanti e avendo un sistema doganale male organizzato, non riusciva a immagazzinare grandi quantità di merci e in conseguenza i prezzi rimanevano elevati.
Nella foto il particolare di una stampa settecentesca con uno dei primi squeri a ridosso delle mura di Trieste:
Quando nel 1719 Carlo VI istituì la Compagnia privilegiata Orientale, Trieste disponeva di un discreto numero di navi che viaggiavano verso i porti dell’Adriatico, ma sebbene ne fosse stata dichiarata la Libera circolazione fin dal 1717, si verificavano pesanti controlli fiscali e frequenti vessazioni da parte dei Veneziani. Gli incidenti di navigazione e le continue ruberie incisero sulle già ingenti spese assicurative costringendo la Compagnia a vendere alcuni navi all’ estero.
Né si rivelò felice la decisione di stabilire la direzione della Compagnia a Vienna, che pur competente nelle amministrazioni e negli affari, non aveva cognizioni sui viaggi marittimi e i loro equipaggi, sul carico e scarico delle merci e sulle incognite delle piazze levantine.
Ben diversa era invece la situazione della Compagnia di Ostenda (chiamata inizialmente “Compagnia imperiale e reale delle Indie”) (nota 1) fondata nel 1722 e fornita di privilegi doganali trentennali e del Monopolio per il commercio con le Indie orientali e occidentali, con l’Africa e le due parti del Capo di Buona Speranza.
Quando Carlo VI e il conte Karl von Zinzendorf (nota 2) pensarono di trasferire la sede a Trieste venne però valutato il pericolo dei continui atti di pirateria dei Barbareschi, spietati corsari che imperversavano in tutto il Mediterraneo, e soprattutto dell’inadeguatezza del suo piccolo porto per il transito di navi più grandi. (nota 3)
Abbandonata l’idea del trasferimento ma sempre decisa a organizzare una grande navigazione, la Corte di Vienna nel 1731 aveva creato a Lubiana un’ Intendenza Commerciale per il Litorale che in seguito beneficiò dei privilegi concessi da Maria Teresa (Vienna 1717-1780) divenuta Imperatrice nel 1740.
(Foto Pinterest)
Nel 1760 la flotta mercantile di Trieste possedeva 15 navi superiori alle 100 tonnellate, 26 minori con 280 uomini di equipaggio, ancora poco per un Emporio all’inizio della sua attività.
Divenne così impellente la necessità di creare una flotta più consistente con il reclutamento di marinai istriani e dalmati.
Solo intorno al 1770, cinquant’anni dopo la proclamazione di Porto Franco, furono disponibili navi di lungo corso e dopo qualche anno iniziò l’attività della Compagnia Imperiale Asiatica di Trieste (chiamata anche delle Indie Orientali) con lo scopo di smerciare manifatture austriache e importare prodotti indiani.
Nel 1781, in seguito a contrasti gestionali la Compagnia fu dismessa e rifondata con la “Société Impériale pour le Commerce Asiatique de Trieste et d’Anvers” le cui direzioni e uffici risiedevano sia a Trieste che nella città dei Paesi Bassi (Belgio).
Dopo soli 2 anni la flotta navale disponeva di 12 velieri d’alto mare per le rotte nelle Indie Orientali e in Cina. (nota 4)
Dopo alcuni anni di ottimi dividendi tra Vienna e Trieste, la Compagnia perse alcune navi e in aggiunta alle elevatissime spese fisse si trovò coinvolta in rivalità, speculazioni e a progressivi aumenti dei prezzi delle merci. Le fattorie austriache costituite in Asia vennero via via smantellate fino al crollo dell’impresa e alla dichiarazione di fallimento nel 1785.
Così a Trieste fu deciso di accantonare i viaggi verso la Cina e le Indie orientali e di puntare gli interessi commerciali verso il Mediterraneo, la Siria e l’Egitto.
Foto Nella foto una stampa che raffigura la città e il porto nel 1786
(continua nel prossimo articolo)
Note:
1. Nei Paesi Bassi austriaci sul mare del Nord, dove oggi c’è il Belgio;
2. Sciolta l’intendenza Commerciale e restituita l’autonomia di Trieste, Karl von Zinzendorf fu il primo Governatore di Trieste, carica che ricoprì dal 1776 al 1782;
3. Ecco quanto riportavano sull’ argomento le cronache del tempo:
“Le navi mercantili faticano a penetrare in Porto e spesso non ci riescono; tre galere vuote e immobili ingombrano il porto nel mezzo; la fregata “san Carlo” con la carcassa semiaffondata ne ostruisce l’ingresso”;
Nella foto una ricostruzione della fregata San Carlo al Museo Storico Navale di Venezia:
4. La prima nave della nuova società fu la “Stadt Wien”; partita nel 1781 ritornò a Trieste dopo ben 19 mesi con carichi di caffè, zucchero, sale, ortaggi e pellami;
Fonte:
Enciclopedia monografica del Friuli Venezia Giulia, Udine, 1972
Commento all’articolo apparso su:
https://quitrieste.it/tag/la-fregata-san-carlo/
Purtroppo il modello della Fregata San Carlo del Museo storico navale di Venezia, citato nell’articolo, non è la San Carlo che ha dato origine al nostro Molo San Carlo. Si tratta di tutt’altra nave, ben più antica ed importante, la nostra. Infatti non si trattava di una fregata ma di un Vascello di III rango a 3 ponti armato con 80 cannoni e 500 persone di equipaggio, nell’allestimento al momento del varo.
Cordiali saluti.
Grazie per la precisazione signor Zoratto. Sembra proprio che non esistano immagini di questa nave, anzi non ho trovato neppure notizie su quanto sia accaduto per ridursi a un rottame.