Figlio di un direttore di banca trasferitosi da Budapest, Carlo Schmidl nacque a Trieste il 7 ottobre 1859 e qui iniziò a lavorare in un negozio di musica, in seguito da lui stesso rilevato, che originò la sua grande passione per il teatro e tutte le collezioni che lo riguardassero. Nella sua lunga attività lo Schmidl raccolse una tale quantità di materiali sull’ambiente musicale da pubblicare il Dizionario Universale dei musicisti (Ed. Sonzogno, Milano, 1888) che ancora oggi rappresenta un validissimo testo conoscitivo.
Nel 1913, sull’onda degli entusiasmi per la fondazione del Museo Teatrale alla Scala di Milano e di quello goldoniano a Venezia, lo Schmidl iniziò a progettare una cimelioteca che testimoniasse la memoria storica del Teatro Verdi di Trieste. Dovrà però attendere il primo dopoguerra per riuscire a stipulare un accordo con il Comune e trasferire le sue consistenti raccolte in alcune stanze del teatro. La nuova istituzione aprirà i battenti il 20 dicembre 1924 con il nome “Museo del Teatro Comunale Giuseppe Verdi” gestito da un Curatorio e dallo stesso Schmidl fino al 1943, anno della sua morte.
Dal 1946 la direzione verrà affidata a Silvio Rutteri (già amministratore dei Civici Musei di Storia e Arte) con il titolo di “Civico Museo teatrale di fondazione Carlo Schmidl” che verrà collocato fino al 1991 a Palazzo Morpurgo di via Imbriani.
In ottant’anni di attività il Museo Teatrale amplierà notevolmente le proprie raccolte diventando un insostituibile centro di documentazione storica dello spettacolo nel Friuli-Venezia-Giulia nella sede definitiva del prestigioso Palazzo Gopcevich. Ristrutturato dopo il 1850 dall’architetto Giovanni Berlam (1823-1892) e sopraelevato di ulteriori 2 piani, lo splendido edificio dalla singolare facciata bicolore a motivo geometrico si erge di fronte al Canal Grande e dal terrazzo neoclassico si gode la vista di tutto il golfo.
Tra i più importanti del suo genere in Europa, il Museo Teatrale Schmidl possiede una notevole raccolta di strumenti musicali, costumi di scena, centinaia di spartiti e partiture musicali, copioni, e archivi personali donati dagli artisti al Teatro Verdi e allo Stabile di Trieste.
Il percorso del primo piano, che si snoda fra stanze dai soffitti riccamente decorati in stucco e tempere e dai pavimenti in legni pregiati con preziosi intarsi di madreperla, è dedicato alla storia degli edifici teatrali e ai protagonisti della musica e dello spettacolo lungo un arco di 2 secoli.
Un settore dell’esposizione è dedicato alla raccolta di strumenti musicali sia europei che extraeuropei e in un altro è stata fedelmente ricostruita la bottega del liutaio triestino Francesco Zapelli.
Il secondo piano oltre all’archivio personale del grande regista triestino Giorgio Strelher (1921-1997) acquisito nel 2005 per donazione delle due eredi, espone quadri di cantanti, attori e musicisti e alcuni bozzetti degli allestimenti scenografici, costumi originali di opere, operette e spettacoli di prosa nei teatri triestini ormai scomparsi (Armonia, Filodrammatico, Mauroner e Fenice).
Il Civico Museo è dotato di un Centro di documentazione multimediale, di una Fototeca e di una ricca biblioteca costituita da 100.000 pezzi specializzati in musica e spettacoli e da una ricca sezione di spartiti e libretti d’opera.
Nella Sala Leonardo al pianterreno, vengono allestite mostre di rilievo nazionale ed internazionale.
Fonte: Enciclopedia tematica del FVG