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Verdi a Teatro Grande di Trieste

Il Teatro Grande in una stampa del 1840, Civici Musei di Storia e Arteimg169
Giuseppe Verdi (foto “I Grandi della musica” Edizioni RCS)img167
Quando l’11 gennaio 1843 al Teatro Grande di Trieste venne rappresentato il Nabucodonosor (poi intitolato Nabucco) del giovane Giuseppe Verdi (1), il pubblico si dimostrò entusiasta per quella musica giudicata “nuova, smagliante, incantevole” e commosso dallo splendido coro del popolo ebraico che invocando “Oh mia patria sì bella e perduta” rappresentava il desiderio di ottenere la propria.

Foto del Museo Teatrale Carlo SchmidlMuseo teatrale
Due anni dopo l’ Ernani ottenne un trionfo talmente clamoroso da essere riproposto per ben venti sere con ripetuti bis del coro “Evviva! Beviam!”

Nell’ottobre del 1848 Verdi volle affidare al pubblico triestino il verdetto per Il Corsaro, la sua nuova opera, ma non riuscì a essere presente trovandosi ammalato a Parigi. Nonostante le aspettative l’opera non piacque e dopo 3 rappresentazioni scomparve dalle scene.

Foto beni culturali.itbeniculturali.it
Calorosi applausi furono invece riservati al Macbeth, presentato pochi mesi dopo e nella stagione successiva la Luisa Miller e l’ Ernani si disputarono la permanenza nel cartellone del sempre frequentatissimo Teatro Grande.

In quello stesso anno si svolsero anche le concitate prove della “prima” dello Stiffelio, opera scritta dal librettista Francesco Maria Piave ma il testo sia per l’argomento trattato (2) che per alcune allusioni non gradite al governo austriaco, fu contestato dai censori con tanto di divieti e minacce.
Grazie all’interessamento dei direttori del teatro dott. Moulon e Angelo Vivante che contattarono il Luogotenente imperiale Francesco Wimpffen (3) venne concordato un compromesso con tagli e modifiche di alcuni versi.
L’ormai celebre Verdi volle quindi ancora una volta affidare al pubblico triestino il primo giudizio di una sua opera e giunto a Trieste prese alloggio all’ Hotel de la Ville partecipando a tutte le prove eseguite da artisti di grande fama sotto la direzione musicale del maestro Luigi Ricci.

Foto “I Grandi della Musica “ edizioni RCSimg166
Nella spasmodica attesa della première andavano a ruba i ritratti e le litografie di Verdi e la sera del debutto, il 16 novembre 1850, il teatro era stracolmo.

Foto del Museo Teatrale C. Schmidlstriffelio
L’opera fu alla fine un successo più di stima che di vero entusiasmo (4) seppure alcuni brani furono comunque apprezzati e applauditi per l’inconfondibile impronta del Maestro che fu omaggiato con una corona di alloro e richiamato per 10 volte sul proscenio. (5)

Il musicista rimase ancora qualche tempo a Trieste stringendo amicizia con molte persone qui conosciute tra cui il letterato e ricco commerciante signor Giovanni Severi che lo invitò nella sua casa domenicale in via delle Mandrie (6) allora allietata dalla nascita di un bambino. In ringraziamento dell’ospitalità ricevuta Verdi compose una berceuse, Romanza per canto e pianoforte il cui spartito originale è tuttora conservato al Museo teatrale Carlo Schmidl.

Nella stagione del 1850-51 furono rappresentate altre 6 opere di Verdi sulle quali continuava a vigilare la censura imperiale per impedire non gradite manifestazioni patriottiche.
Anche le successive composizioni verdiane come il Rigoletto, il Ballo in maschera, La forza del destino e la Traviata continuarono a raccogliere straordinari successi con il solo incomprensibile insuccesso del Trovatore presentato nel 1954.

Invitato a Trieste dal Podestà ad assistere alla prima dell’ Aida (7) Verdi rispose con delle scuse gentili ma inappellabili:
Ora “Aida” è incamminata ed io l’ho abbandonata al suo destino… Desidero solo che sia eseguita con cura e intelligenza e soprattutto secondo le mie intenzioni… Non è di mio gusto andare per i teatri col solo e semplice scopo di farmi vedere per curiosità…
L’opera fu accolta trionfalmente come più tardi l’Otello e il Falstaff e tutte le opere verdiane portate in scena negli anni successivi al Teatro Comunale, così intitolato dal 1961 e consacrato come Teatro Verdi dopo la morte del grande compositore avvenuta il 27 gennaio 1901.

Nel centenario della nascita, il 10 ottobre 1913, sulla facciata del vecchio Hotel de la Ville fu apposta la lapide commemorativa in gratitudine e ricordo del suo soggiorno a Trieste.

Foto del Comune di Triestetarga
Le cronache di città riferirono che in questa occasione, nonostante le proibizioni e le pesanti reazioni della Polizia, la folla avesse intonato il coro del Nabucco accompagnato dal grido “Viva VERDI!” che voleva significare anche “ Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia!”

Foto dai “Grandi della Musica” Edizioni RCSimg168
Nel maggio del 1915 il monumento marmoreo del musicista, posto in piazza San Giovanni e inaugurato il 27 gennaio 1906, fu lesionato da un gruppo di fanatici, smantellato per ordine del commissario imperiale Krekich-Strassoldo e sostituito con una rozza fontanella.
Nel 1926 il Comune affidò allo scultore Laforêt un secondo identico monumento in bronzo che fu inaugurato il 24 maggio tra un’incredibile folla.

Foto Comune di Triestemonumento
Note:
1. La prima assoluta fu data nel 9 marzo 1842 alla Scala di Milano con la parte di Abigaille affidata al soprano Giuseppina Strepponi che da allora iniziò il suo cinquantennale legame con il Maestro. Figlia del musicista Feliciano Strepponi, trasferitosi a Trieste nel 1827 come assistente del maestro di cappella Giuseppe Farinelli, visse gli anni giovanili in una casa di piazza Piccola, oggi non più esistente.
2. A quei tempi il tema dell’adulterio era ritenuto un argomento scottante.
3. Il Ricciardetto sostenne vi fosse stato l’intervento di due deputati e del bibliotecario-poeta professor Giuseppe de Lugnani.
4. “Un mezzo fiasco coi guanti” fu il commento del nostro Ricciardetto e “Una maccheronata” fu quello del giornale satirico il “Diavoletto”.
5. Lo Stiffelio fu rappresentato nuovamente nel 1852 ma in seguito Verdi volle rimaneggiare l’ambientazione dell’opera ripresentandola nel 1857 con il titolo Aroldo. 
6. La via delle Mandrie, allora circondata da un grande campo arativo e alberi da frutto, si trovava nei pressi dell’attuale via Severi, tra la via Settefontane e il futuro viale Sonnino-D’Annunzio. Negli ultimi decenni dell’Ottocento la residenza fu sede di un circolo di filodrammatici; nei primi anni del Novecento fu smantellata.
7. L’ Aida fu rappresentata in prima assoluta il 24 dicembre 1871 al Teatro dell’Opera a il Cairo e alla Scala di Milano l’8 febbraio 1872

Notizie e consultazioni tratte da:
Riccardu Gurresch (Ricciardetto), Vecchia Trieste, Anonima Libraria Italiana, Trieste, 1930 – “Rivista mensile della Città di Trieste” , Ed. Comune di Trieste, 1937 – studi verdiani.it