L’avventurosa vita di Eduard von Orel

A volte accade di essere colpiti da un’immagine fotografica e indotti a mettersi sulle sue tracce cercando notizie.
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Così è accaduto per questa foto d’epoca che dopo una serie di ricerche mi ha portato a scoprire la sorprendente vita del personaggio qui ripreso con la sua famiglia davanti una villa del parco di Miramare nella lontana estate del 1886.
L’uomo dell’istantanea è Eduard von Orel che nei suoi 51 anni di vita vivrà delle incredibili vicende tra mari oceanici e artici, tra onori di gloria e sfide di morte, tra grandi ricchezze e infide malattie.
Nato in Moravia nel 1841 entrò giovanissimo nella Marina austro-ungarica aspirando a diventarne ufficiale.
La sua prima importante missione iniziò il 26 ottobre 1966 quando come cadetto salpò sul piroscafo a ruota “Kaiserin Elisabeth” che assieme alla corvetta “Dandolo” dovevano raggiungere Vera Cruz in attesa degli ordini di Massimiliano d’Asburgo ormai giunto alla fine del suo impero messicano.

Nella foto il piroscafo “Kaiserin Elisabeth” img240

La corvetta “Dandolo” img241
Nella lunga traversata dell’oceano Atlantico Orel stringerà amicizia con Carl Weyprecht, un ufficiale della Marina austro-ungarica reduce dalla vittoriosa battaglia di Lissa, con cui in seguito affronterà un’incredibile missione nei mari artici.

Nella foto Eduard von Orel img238

Carl Weyprecht img239

Raggiunto il porto di Vera Cruz alla fine di dicembre del 1866, Orell e Weyprecht, dopo un rocambolesco viaggio verso Puebla affrontando gli attacchi dei guerriglieri messicani, si incontreranno con l’imperatore Massimiliano e i suoi ufficiali per una spartana quanto tristissima cena di fine anno.
Nei primi giorni di gennaio del 1867 tutte le truppe francesi all’ordine di Napoleone III° erano già in partenza per l’Europa mentre quelle austriache si avviarono verso il porto di Vera Cruz attendendo sulle navi l’arrivo dell’imperatore in fuga.
Ma la storia ebbe un altro corso: tra lo stupore di tutti Massimiliano decise di rimanere in Messico e di affrontare le spietate guarnigioni di ribelli. Quando però gli uomini dell’Armata Nazionale disertarono, accerchiato da ogni parte, il 15 maggio si rinchiuderà a Queretaro con un gruppo di fedeli. Dopo una strenua difesa durata 72 giorni, sarà costretto ad arrendersi affrontando l’incarcerazione, un sommario processo e il compimento del suo tragico destino conclusosi con la fucilazione avvenuta il 19 giugno 1867.

Ricevuta la tragica notizia e gli ordini di Francesco Giuseppe, gli equipaggi della “Elisabeth” e della “Dandolo” con il prezioso carico di bagagli, rimasero in attesa dell’arrivo della nave “Novara” comandata dall’ammiraglio Wilhelm Tegetthoff incaricato di recuperare la salma di Massimiliano. Le trattative si rivelarono però irte di ostacoli e si protrassero per tutta l’estate.

Nella foto la “Novara” img245

Gli equipaggi furono così costretti a un’estenuante attesa in balia di temperature torride e di malattie tropicali quali tifo, febbre gialla, scorbuto e malaria.
Solo il 28 novembre 1867 la “Elisabeth”, la “Dandolo”, le fregate “Adria”, “Radetzky”, “Schwarzenberg”, la cannoniera “Velebit” assieme alla “Novara” con la cassa mortuaria di Max, partirono da Vera Cruz per raggiungere il porto di Trieste il 15 gennaio 1868.

Nella foto l’arrivo a Trieste delle navi con il feretro di Massimiliano img244
Ottenuto il grado di tenente di vascello, Eduard Orel intraprenderà in seguito una straordinaria e drammatica spedizione che al comando del capitano Carl Weyprecht, porterà la Marina austro-ungarica alla conquista delle Terre di Francesco Giuseppe tra i ghiacci del mare artico. (nota 1)
Negli estenuanti 27 mesi di navigazione e di soste forzate tra i mari artici, Eduard Orell, come altri compagni di viaggio, si ammalerà di scorbuto le cui conseguenze lo costringeranno a mettersi a riposo dopo 2 anni dal suo rientro a Trieste.
Ricevuto dall’imperatore Francesco Giuseppe il titolo nobiliare della Corona Ferrea, gli verrà offerto il posto di amministratore dell’isola di Lacroma e del castello di Miramare nonché la residenza in una villa del parco dove vivrà con la seconda moglie e i 3 figli. (nota 2)
Qui, nel febbraio del 1892, a soli 51 anni Orel morirà di polmonite.

In riconoscimento delle sue eroiche imprese gli saranno tributate delle esequie onorarie alla presenza delle massime autorità civili e militari, del 97° reggimento di fanteria e di una fiaccolata di 4.000 persone che lo accompagneranno nel piccolo cimitero di Barcola. (nota 3)

Note:
1. Siccome questa storia ci ha intrigato assai, l’abbiamo ripercorsa e scritta nell’articolo successivo che verrà pubblicato a breve.
2. La villa è tuttora esistente (e in attesa di destinazione) nella parte alta del parco di Miramare vicino a via Beirut. Qui una foto recente di Aris Prodani: Casa Radonez
3. La tomba di Eduard Orell sarà in seguito smantellata.

Notizie e foto tratte da:
Enrico Mazzoli, Dall’Adriatico ai ghiacci, edizioni della Laguna, Mariano del Friuli (Go), 2003 – Edda Vidiz, Maximiliano, l’Imperatore dal cuore di marinaio, Luglio Editore, Trieste, 2014.

7 pensieri su “L’avventurosa vita di Eduard von Orel

  1. salvatore Cicala

    Mi dispiace ma devo dirvelo,quelli non erano ribelli ne guerriglieri,ma patrioti Messicani,che lottavano per la loro Patria.

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  2. Prof.Franzil Giovanni

    Io ho una copia del film fatto sul viaggio nelle terre di Franz Josef ed avevo cercato ,parlando con il direttore del museo del mare sig Mazzoli di farlo vedere anche se in lingua Tedesca , ma nulla son riuscito a fare con
    il sig Mazzoli se non un quadro della Teghetoff se interessa potremmo parlarne per visionarlo ,vosto che il Mazzoli fino ad ora non mi ha contattato nonostante lo abbia visionato.

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  3. Vesna Orel

    My grandfather Anton Orel , a professional stomemason was born in Barcola di Trieste in 1881 .
    Do you possibly know if Eduardo Orel had any couisins with that same name .
    Kind Regards ,Vesna Orel

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  4. Enrico Mazzoli

    Dai toni dell’intervento di Giovanni Franzil, recentemente scomparso, sembra emergere un mio disinteresse per il “suo” filmato. In realtà, ma lui lo sapeva, il film della spedizione della Admiral Tegetthoff era già in mio possesso, avendone ordinata nel 1997 una copia alla ORF (la televisione austriaca) che l’ha prodotto girandolo proprio alla Terra di Francesco Giuseppe, con tanto di ricostruzione della nave Admiral Tegetthoff. Sempre nel 1997 ne avevo anche curata la prima rappresentazione a Trieste (ma, credo, anche in Italia), con l’intervento della regista Elisabeth Guggenberger, figlia dell’allora Sindaco di Klagenfurt, pure lui invitato a Trieste per l’evento. Una successivamente rappresentazione l’avevo organizzata pure l’anno successivo, in occasione della mostra sulla spedizione austro-ungarica allestita dal Comune – su mia iniziativa – in Palazzo Costanzi. Il prossimo anno, 150° anniversario della partenza della spedizione polare, nell’ambito degli eventi che sto progettando figura pure la riproposizione al pubblico di tale filmato, tra l’altro molto suggestivo. Quella di Franzil era una copia pirata, come tale non proiettabile.
    Saluti a tutti
    Enrico Mazzoli

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    1. Gabriella Amstici Autore articolo

      Grazie per queste sue precisazioni in merito al filmato della mitica nave Tegetthoff e soprattutto grazie per le Sue appassionate ricerche, i Suoi magnifici libri (scritti e riscritti, tradotti e ristampati) rimanendo in attesa dei prossimi eventi per l’anniversario della straordinaria spedizione nelle Terre di Francesco Giuseppe.
      Gabriella Amstici (Sua grande fan)

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