Il parco di Villa Revoltella

Disabitato sino alla metà dell’Ottocento il colle del Cacciatore acquisì una certa fama quando il Comune costruì il Ferdinandeo, elegante locanda edificata da Ferdinando I su disegno dell’architetto berlinese Hitzig.
Sui terreni vis-à-vis dell’edificio il barone Pasquale Revoltella commissionò all’ingegnere Giuseppe Sforzi la costruzione di un rustico chalet che venne poi circondato da vialetti, aiuole, giardini curatissimi ricchi di piante e fiori e una serra per piante rare e frutti esotici tra cui i famosi ananas che venivano offerti negli spettacolari banchetti del palazzo di piazza Venezia.


All’architetto praghese Joseph Andress Giuseppe Kranner fu invece affidato il progetto di una chiesa privata dotata di una cripta sotterranea per conservare le spoglie dell’illustre barone accanto a quelle della madre Domenica defunta dal 1830 e sepolta al cimitero di Sant’Anna.
L’intero complesso di via de Marchesetti, progettato con la direzione dei lavori dall’ingnegner Sforzi e conservato all’Archivio Tecnico Comunale, fu approvato nell’agosto 1858 dall’ispettore civico Giuseppe Bernardi e per volere testamentario del barone destinato a diventare proprietà del Comune di Trieste.
La chiesa, inaugurata il 17 maggio 1867 dal vescovo Legat e divenuta parrocchia nel 1966, fu dotata di una rendita che fornisse oltre alla sua manutenzione, le spese per il cappellano e un sacrestano, alloggiati nella bella villa a sinistra dell’ingresso al parco e che fu destinata anche a Scuola del Contado da loro stessi tenuta.

Dalla doppia scalinata dell’elegante edificio religioso costruito in pietra bianca del carso si entra nella loggia a tre arcate a porzione di circolo appoggiate sopra le colonne binate e quindi nella splendida piccola chiesa a forma di croce greca sormontata da una cupola ottogonale dipinta a cielo stellato con 8 occhi circolari in vetro istoriato. Gli interni sono rivestiti in alabastro egiziano riquadrato di cardiglio e rosso di Verona, sulle pareti laterali si ammirano gli affreschi di Domenico Fabris (Osoppo 1814-1901) che rappresentano degli episodi della tormentata vita di san Pasquale Bylon.
Sotto l’elegante struttura progettata dal Kranner, si accede alla suggestiva cripta che accoglie le spoglie di Domenica e Pasquale Revoltella conservate in loculi a forno di lato all’altare a mensa dove è posta la pregevole Pietà dello scultore viennese Francesco Bauer, fusa in bronzo da W. Brose.

Sepolcro di Pasquale Revoltella (foto Gabriella Amstici)

Alla debole luce di una lampada pensile e due candelabri, fra le colonne in marmo sono adagiati i sarcofaghi-cenotafi di Domenica e Pasquale Revoltella, spirato l’8 settembre 1869 tra la commozione di tutta la città.

Prima della sua morte, nell’anno 1866 il barone programmò un capitale di 20.000 fiorini per le spese della chiesa, del sacrestano per le messe e del cappellano per la scuola, delle sagre durante la ricorrenza di San Pasquale il 17 maggio. Nelle ultime disposizioni del 1868 fu stabilito un ulteriore importo di 1.000 fiorini per il convento e la chiesa dei cappuccini in Trieste con l’incarico di celebrare una mesa solenne a Santa Maria Maggiore ogni prima domenica di ottobre in ricordo della sua anima e della sua vita di generoso e amato magnate.

(Fonte: Una chiesa, una storia, una vita a cura della Comunità Parrocchiale di San Pasquale, Arti Grafiche Stella, Trieste, 1997)

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