Ricordo di Giorgio Strehler

Giorgio Strehler nasce a Trieste nel 1921 in una casa sul lungomare di Barcola.
Figlio di una violinista, il piccolo Giorgio trascorre l’infanzia in un ambiente stimolante, ricco di arte e di cultura. Dopo la prematura scomparsa del padre si trasferisce con la madre a Milano dove frequenta il liceo e successivamente la Facoltà di Giurisprudenza ma è il teatro la sua grande passione. Iscrittosi all’Accademia dei Filodrammatici si cimenta nelle prime prove d’attore con il gruppo Palcoscenico di Posizione rendendosi subito conto che nelle regie teatrali erano necessari dei cambiamenti.
Durante la seconda guerra mondiale parte al fronte ma ben presto si rifugia nel campo svizzero di Mürren (nei pressi di Berna). Con ambiziosa intraprendenza riesce a trovare dei fondi per mettere in scena Assassinio nella cattedrale di Elliot, il Caligola di Camus e Piccola città di Wilder. Da allora la sua ascesa artistica sarà inarrestabile.
Ritornato in Italia allestisce Il lutto si addice a Elettra di O’Neill collaborando come critico teatrale al quotidiano “Momento sera” sorto nel 1946. L’anno successivo fonda con l’amico Paolo Grassi il Piccolo teatro della Città di Milano, primo stabile pubblico in Italia di cui diverrà direttore unico.
Nelle oltre 200 regie Strehler si servirà di continui cambi di luce modulandone proiezioni e intensità ottenendo come un mago alchimista suggestioni oniriche dalle atmosfere incantate e piene di poesia. Sebbene fosse un regista-demiurgo Strehler ha sempre valorizzato i suoi sceltissimi attori che sulle scene davano il meglio di sé magnetizzando l’attenzione delle platee e suscitando grandi emozioni.
Da Shakespeare a Goldoni, da Pirandello a Cechov, da Brecht ad altri autori della drammaturgia contemporanea, il maestro metterà sempre in primo piano l’essere umano dando l’anima a personaggi davvero indimenticabili.
Oltre al Piccolo Teatro Strehler fonda a Milano la compagnia cooperativa Teatro Azione allestendo La cantata del mostro lusitano di Wiess e Santa Giovanna dei macelli di Bertolt Brecht.
Per la sua preparazione musicale firmerà anche numerose regie teatrali dando nuovo vigore ai gesti scenici fino allora istituzionalizzati dalla tradizioni operistica.
Stimato per il suo impegno artistico, in costante tensione per realizzare le sue ambizioni e lo sconfinato talento, fu anche parlamentare europeo, senatore della Repubblica e riconosciuto dalla Legione d’onore francese.
L’appassionata vita del maestro finirà improvvisamente la notte di Natale del 1997.
Dopo il triste commiato a Milano da tutti i suoi attori e da quanti l’hanno molto amato, il mesto corteo raggiungerà la costiera di Trieste con un tramonto infuocato e i monti innevati come scenario di una storia ormai finita.
Sulla sua lapide al cimitero di Sant’Anna verrà scolpito il suo ultimo, toccante messaggio:
Portate con voi l’esempio di una moralità teatrale per un mondo migliore e più buono.”

Dopo lunghe trattative per risolvere complesse questioni ereditarie, nel febbraio 2005 la vedova Andrea Jonasson, attrice teatrale, e la compagna Mara Bugni doneranno al Comune di Trieste l’archivio privato di Giorgio Strehler, raccolto nelle sue case di Milano e Ruvigliana, ultima residenza svizzera.
Nelle 124 casse sono contenuti oltre 2000 libri, migliaia di riviste, carteggi con personalità del mondo del teatro, bozzetti di scenografia, copioni con appunti sui personaggi, registrazioni audio e fotografie degli spettacoli.
Grazie al contributo dell’Inner Wheel Club il Fondo Giorgio Strehler sarà esposto in una stanza del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” di Palazzo Gopcevic a Trieste.

Nella foto la casa natale sulla riviera di Barcola a Trieste

Fonte: Enciclopedia tematica del FVG, Touring Club Italiano, Milano

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